About Care and Carelessness [micheledantini.wordpress.com], November 11, 2011

DIARIO ITALIANO (ARTE POVERA TRA CASTELLO DI RIVOLI E ARTISSIMA
by Michele Dantini

La vicenda Triple Candie a Artissima 2001 è una minima e fulminante conferma di quella che Anna Bravo descrive come “concezione padronale della memoria”. Commissionato al duo americano di Philadelphia, il progetto sull’Arte povera è stato poi rifiutato perché considerato offensivo. Appare evidente, al di là delle giustificazioni ufficiali, che non si è ancora pronti, nel contesto artistico contemporaneo italiano, a riconoscere la produttività del confronto, a tollerare la satira o a incoraggiare una molteplicità di voci capaci di argomentazione. Eppure esiste

la necessità di rinnovare narrazioni logore e ufficiali e la manutenzione della memoria è interesse pubblico. Non si dovrebbe esitare a cercare connessioni vivificanti tra sistema dell’arte, contesto sociale e nuove istanze di cittadinanza. Invece. Esistono decisori tra i seniores (Germano Celant, Michelangelo Pistoletto) ed esistono juniores cooptati dai seniores per docilità: che li si spacci per “ricambio generazionale” sembra affare di packaging.

Che dire peraltro della mostra Arte povera international (dal titolo così vicino all’ammissione di un “inferiority complex”) al Castello di Rivoli se non che si tiene a colpevole distanza da standard scientifici, storiografici, museografici e educativi condivisi? In scena l’ego ipercompetitivo e mitografico di un curatore (e di alcuni artisti) che “gioca” a riscrivere, equivocare, spiazzare con “mossa laterale” duchampiana: ma Duchamp considerava deprecabili gli atteggiamenti guitti e istrionici, le maschere di “genio” e “demiurgo”, la vanagloria appunto. Si vedono molte repliche in mostra, opere precedenti e successive, esclusioni che colpiscono e annessioni postume eccessivamente ecumeniche (o international). Si vuole dire che Arte povera è in costante movimento, eterna rigenerazione, adolescenza indiscussa e inoppugnabile? Tutto ciò è patetico, discutibilmente lontano dalla sobrietà e la misura, per più versi antisociale; odora di morte.

La generazione dei baby-boomers in alcuni suoi esponenti e la leggenda dell’immortalità: ostacoli che sembrano formidabili alla costruzione di un’opinione pubblica qualificata e indipendente nel nostro paese.

ps. Aggiungo in coda, a mo’ di integrazione documentaria e senza commento, la replica di Giancarlo Politi, direttore di Flash Art, a un cortese lettore perplesso circa la mostra Arte povera international.










 

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